Emanuele Naggi
Sono nato a Tradate nel 1990 e per influenze di persone a mè vicine sono cresciuto guardando da sempre all’ arte in modo familiare, anche per questo nel 2010 intrapresi un percorso di studi all’ Accademia di Belle Arti di Brera, iscrivendomi al corso di laurea in scultura, interrotto l’ anno seguente per mancanza di stimoli nel mondo accademico e per una serie di vicende personali che mi portarono ad una profonda riflessione sul ruolo dell’ arte nella mia vita e nella società.
Tecnicamente sono molto poliedrico, non prediligo un canale espressivo ad un altro, la mia produzione artistica spazia dal graffiti writing alla scultura, dall’ oreficeria alla pittura astratta, dall’ incisione al disegno multimediale; queste modalità espressive e la loro mescolanza danno vita ad uno mio stile personale molto distinto, sempre molto materico, frutto di sperimentazioni nell’ uso di materiali e tecniche e di una ricerca continua, quasi spasmodica, della verità del mio essere.
Non penso però che l’ arte sia solo comunicazione o espressione dei propri stati interni, al principio vi è l’ arte per l’ arte, non vi è alcun significato se il significante non è appropriato, così un opera anche tecnicamente complessa e magistralmente conclusa non ha nessun valore se manca di “senso”: tutto prescinde dall’ “anima dell’ opera”, tutto culmina con essa, l’ anima è ciò che da vita (anima, appunto) la materia, generando l’ emozione che oltrepassa il gusto estetico e la razionalità, colpendo nel profondo. Mi nutro di ciò che sono, di ciò che mi circonda, voracemente e senza sosta, mi nutro di natura, di persone, di cose, di pensieri, lo faccio senza rendermene conto fino al punto in cui come una folgorazione si presenta un’immagine o un pensiero molto nitido nella mia mente, una riflessione, che mi attiva e mi dona energia: questa “sensazione” e l’ unica realtà della mia vita che percepisco come vera; la verità, nel suo significato più profondo è sempre stato l’oggetto principe della mia ricerca artistica, quando riesco e “fissare” in un’ opera questo momento, questa illuminazione, è come se raggiungessi la vetta di un monte e guardando verso il basso tutte le nebbie che fino ad un’ attimo prima coprivano le infinite vallate svanissero, in un soffio, in questi istanti tutte le domande ed i pensieri che affollano costantemente la mia testa lasciano spazio alla semplicità e alla bellezza della vita.